VII Incontro con il Cinema Latinoamericano

Sguardo nipponico sull’America – All’INMP il Festival Internazionale del Film di Roma 2010

Sguardo nipponico sull’America - All'INMP il Festival Internazionale del Film di Roma 2010

L’Associazione culturale Nuovi Orizzonti Latini ha organizzato per il 30 e il 31 ottobre (ore 19), presso l’Aula Agostini dell’Antico Ospedale San Gallicano-INMP (Via di S. Gallicano 25/a, Trastevere-Roma), una rassegna di film dedicati all’immigrazione nipponica in America Latina.
La rassegna, che faceva parte della Sezione Risonanze del Festival Internazionale del Film di Roma 2010, ha avuto come titolo Sguardo nipponico sull’America e costituisce il VII incontro con il cinema latinoamericano.
La rassegna ha proposto quattro film girati in Bolivia, Brasile e Perù, attraverso le prospettive di tre registi d’origine nipponica: Ann Kaneko, Toshifumi Matsushita e Tizuka Yamasaki, che sarà presente alla proiezione. A corollario della rassegna c’è stata una mostra di origami a cura di Gabriele Castillo.

Ingresso gratuito

Presentazione della Rassegna
Il Perù è stato il primo Paese latinoamericano ad accogliere i primi immigranti giapponesi. L’arrivo di Francisco Japón è datato 1596. L’arrivo delle navi provenienti dal Sol Levante in Perù ed anni dopo in Brasile, risale agli inizi del XX Secolo. Qualche tempo dopo l’immigrazione nipponica si espande in Bolivia, si tratta di coloro che non hanno resistito alle malattie, al clima, al lavoro estenuante.
Inizialmente si dedicano all’agricoltura per poi cambiare mestiere: l’immigrazione arricchisce chi parte ma anche chi ospita, nel dialogo, anche se non sempre facile, con nuove culture.

Contracorriente: Guía de Supervivencia para Artistas en el Perú

Contracorriente: Guía de Supervivencia para Artistas en el Perú

Regia: Ann Kaneko; Giappone/USA/Perù, 2008, 64’;
V.O. Spagnolo, inglese, giapponese e quechua.

Attraverso due decadi di governi corrotti e leader incompetenti, questo film racconta la storia di quattro artisti: Claudio Jiménez Quispe scappa dal suo villaggio in Ayacucho a causa dell’insorgenza del gruppo maoista Sendero Luminoso e realizza una cronaca di questa violenza con i suoi retabli, pale d’altari in legno tradizionali con qualche scena popolare. Alfredo Márquez, un membro della scena sotterranea degli anni ’80, produce immagini politiche provocatorie nonostante i quattro anni di carcere ingiusto. Con la caduta dell’ex presidente Alberto Fujimori, la gente criticava i peruviani-giapponesi come Eduardo Tokeshi: ciò nonostante egli riafferma la propria identità attraverso una serie di bandiere peruviane. Natalia Iguíñiz provoca la Chiesa Cattolica e la classe media socialmente conservatrice mostrando immagini controverse che mettono in discussione genere e classe. Ogni artista ci insegna il significato di preservare e fare arte in un paese come il Perù.

El regalo de la Pachamama

El regalo de la Pachamama

Regia: Toshifumi Matsushita; Bolivia/Giappone 2008, 85’;
V.O. Quechua, Sott. Inglese/Italiano

Un film caldo e vibrante sull’infanzia: viene raccontata la storia di Kunturi, un bambino Quechua di 13 anni che trascorre la vita insieme alla sua famiglia nei dintorni di Uyuni, un lago di sale. Per svariati mesi accompagna il padre in una traversata per la Bolivia, viaggiano per “la distesa di sale” con blocchi di sale legati sulla loro mandria di lama, scambiando il minerale con altri prodotti delle Ande. Con tutte queste esperienze, Kunturi inizia a capire chi è come giovane e come Quechua. Quando il viaggio si sta per concludere conosce una bellissima ragazza durante un festival in un posto sacro per la sua gente. I giovani sentono una lieve scossa nei loro cuori mentre condividono un sogno semplice ma profondo: attraversare il lago di sale in bicicletta. Alla fine, il bambino scopre ciò che suo padre aveva voluto dire con la frase: “Il regalo della Pachamama”. Toshifumi Matsushita (Kakogawa, 1950)

L’Associazione Culturale “Nuovi Orizzonti Latini”, contro vento, marea e crisi economica, porta avanti il suo obiettivo di diffusione della Settima Arte Latinoamericana; l’appuntamento è fissato dal 30 ottobre al 5 novembre.

L’Evento si realizza grazie al Patrocinio e contributo della Regione Lazio, in collaborazione con la Fondazione Cinema per Roma e il Festival del Film di Roma; con il Patrocinio del PalaExpo, in collaborazione con la Casa del Cinema, con il Patrocinio di: Comune di Roma, Provincia di Roma, Università “La Sapienza” di Roma; in collaborazione con: l’INMP (Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti), Ambasciata della Bolivia, del Brasile e del Venezuela e il SNCCI (Sindacato di Critici Cinematografici Italiani).

Un sentito ringraziamento a: CODERE, BCC, Kipus Films, Ristorante BAIRES e “La Fortaleza del Inca”.

L’Ass. Nuovi Orizzonti Latini, che nasce nel 2003, propone, attraverso il linguaggio cinematografico, una panoramica di diverse tematiche delle culture latinoamericane, affermandosi come luogo d’incontro per professionisti, studenti e appassionati nonché come ponte che permette il dialogo tra l’Italia e l’America Latina.

Proponiamo sei giorni di cinema a Roma:

– 30 e 31 ottobre presso l’Auditorio dell’INMP, via delle Fratte di Trastevere 52,

– 2 e 3 novembre presso la Casa del Cinema, Largo Marcello Mastroianni, 1 Villa Borghese

– 4 e 5 novembre presso l’Auditorio del CEB, Ambasciata del Brasile, Piazza Navona, 18

Programma

2 NOVEMBRE SALA DELUXE – Casa del cinema

Ore 20.30 De Bolívar a Chávez ( 70’ )

*Introduce il film l’Ambasciatore del Venezuela , Ecc.mo Luis José Berroterrán Acosta

Ore 22.00 Ernesto Cardenal: Solentiname ( 87’ )

 

3 NOVEMBRE SALA DELUXE – Casa del Cinema

16.00 Gerardi

18.00 Túpac Amaru ( 90’ )

20.00  a)- Jopoi, todos juntos/ Jopoi, tutti iniseme, Jopoi all togheter (52)

b)- La verdad soterrada ( 52’ )

22.00  Locos por la bandera ( 95’ )

 

2 novembre

Ore 20 :30

De Bolívar a Chávez, hacia la Segunda Independencia/ Da Bolívar a Chávez, fino alla Seconda Indipendenza

 

Regia: Daniel Vaca Narvaja; Venezuela,2009,
Genere: Documentario,70’ , V.O. Spagnolo, Sott. Italiani.

Documentario storico politico sulla lotta del popolo venezuelano nel contesto dello sviluppo di emancipazione dell’America Latina, dalla fine del XVIII secolo fino ad oggi. Narra la storia del popolo venezuelano, con il riflettore posto sulla rivoluzione e sull’attuale governo di Hugo Chavez. Storia ed attualità si fondono in un’originale interpretazione, che denucia l’interventismo nordamericano e recupera le gesta anti-imperialiste dei popoli latinoamericani durante la lunga marcia verso l’unità ed emancipazione definitiva. Un appassionante percorso cronologico attraverso la storia latinoamericana dal periodo indipendista fino ad oggi. Dove il passato ed il presente si fondono nella stessa lotta dei popoli latinoamericani per liberarsi dall’imperialismo internazionale. Nonostante le forze imperialiste abbiano voluto cancellare o tergiversare qualsiasi vestigio di lotta indipendista nella regione attraverso un uso costante di diversi mezzi di distrazione, la realtà storica ci dimostra che quello sviluppo non si può fermare, soprattutto quando i Popoli del Continente prendono coscienza che l’America Latina è un solo Popolo. “Da Bolívar a Chávez fino alla Seconda Indipendenza” è un’opera cinematografica consigliabile e indispensabile per qualsiasi tipo di pubblico, che colloca nel tempo e nello spazio gli avvenimenti che segnarono la storia di questo continente e permette intravedere il modo in cui si delinea il destino di un popolo che contro ogni pronostico ha ripreso la sua marcia verso la libertà ancora una volta.

Ore 20 :00

Ernesto Cardenal: Solentiname

Regia: Modesto López, Messico, (filmata in Costa Rica/Nicaragua); 2006, 87’ , V.O. Spagnolo, Sott. Italiani.

Un pilastro della vita e dell’opera di Ernesto Cardenal è la ricerca della divinità che è presente nella quotidianità. Nelle interviste realizzate in Nicaragua , Costa Rica e Cuba , si affronta la sua poesia, la scultura e la meravigliosa opera che realizzò in Solentiname, alla quale si unirono contadini e pescatori di queste isole, e dove insieme rinacquero come pittori, artigiani, poeti e rivoluzionari..

3 novembre

Ore 16:00 Gerardi

Regia: Carlos Alarcón e Nery Rodenas, Guatemala, 2010, 90’ , V.O. Spagnolo ; sott. Italiani.

Il film narra la vita ed opera del Vescovo della Diocesi del Quiché, in Guatemala, che venne trucidato il 26 aprile 1998, due giorni dopo la pubblicazione del rapporto Guatemala, mai più, che indica esercito e governo del Paese come responsabili di genocidio e “crimini contro l’umanità” durante gli anni bui della guerra civile (1960–1996). Gerardi pagò con la vita l’impegno a favore dei popoli indigeni del Guatemala

Ore 18 :00

Túpac Amaru

Regia: Federico García Hurtado, Peru/Cuba, 1983, 90’ , V.O Spagnolo; Sott. Italiani.

La storia di José Gabriel Condorcanqui Noguera, conosciuto come Túpac Amaru (1704 –1781) e la sua lotta contro la colonizzazione spagnola, presentata con una dimensione che trascende il suo contesto e il suo tempo. Fu il capo di una rivolta indigena contro gli Spagnoli del Perù coloniale. Nonostante la rivolta non ebbe successo, divenne simbolo della battaglia per i diritti delle popolazioni indigene dell’America latina e della lotta, anche armata, contro i governi di quei Paesi. Il nonno di sua madre era l’ultimo imperatore Inca Túpac Amaru.

Era uomo di ferrei principi morali ed era indignato della situazione nella quale vivevano le popolazioni native, e supplicò il governo spagnolo di migliorare le condizioni di vita nelle miniere, nelle fabbriche tessili e nei villaggi.

Passò dalle parole ai fatti e, ispirandosi al suo trisavolo Túpac Amaru che resistette fino alla morte contro gli spagnoli a Vilcabamba, prese il suo nome ed organizzò una rivolta, la prima sollevazione anti-colonialista contro gli spagnoli dalla fine dell’Impero Inca.

Il movimento, che raccolse 90.000 combattenti, si diffuse fra le popolazioni indigene scuotendo le fondamenta dell’impero coloniale, e liberò parte del Perù e dell’Alto Perù ( Bolivia ), ma fu sconfitto per mancanza di esperienza militare.

Fatto prigioniero, Túpac Amaru fu condannato a morte con la sposa e i figli; i loro corpi, squartati, vennero esposti sul monte Picchu alle porte di Cusco nella Plaza de Armas dove anche Túpac Amaru I venne decapitato.

Seguirono anche altre sollevazioni che furono tutte stroncate e i partecipanti furono catturati. La maggior parte fu condannata a morte e una parte (circa 90 persone) vennero trasferite nelle carceri in Spagna dove morirono. Fu comunque solo l’inizio delle battaglie che portarono all’indipendenza del Perù.

Ore 22 :00

Locos de la bandera

Regia: Julio Cardoso, Argentina, 2005, 95′, vo. spagnola sott. it aliani

Il dramma delle Malvinas visto da coloro i quali ne furono indirettamente o direttamente colpiti. Testimonianze di reduci della guerra e di persone che hanno subito la drammatica scomparsa dei propri cari, mettono in evidenza il doloroso lutto mantenuto per venti anni, che si è scontrato con il silenzio, la sordità e il disinteresse della società.

Il film fu premiato nel Festival de Cine de Mar del Plata , fu dichiarato d’interesse culturale dalla Secretaría de Cultura de la Nación.

 

CEB — 4 e 5 novembre 2010

Auditorio Ambasciata del Brasile

Piazza Navona 18, Roma

 

4 novembre

Ore 17:00

Deus e o Diabo na Terra do Sol

Interviene il Prof. Bruno Torri (Presidente SNCCI)

Regia: Glauber Rocha, Brasile, 1964, b/n, 113’ v.o. sott. it.
Con: Mauricio do Valle, Geraldo Del Rey, Iona Magalhães, Lydio Silva, Milton Rosa, Antonio Pinto, Marrom, João Gama, Sonia Dos Humildes, Othon Bastos.
Nel Nordeste brasiliano, il contadino Manuel entra nella cerchia di un bizzarro santone, il “beato” Sebastião. Trasformatosi nel “cangaceiro” Satanás, dovrà però guardarsi dal terribile António das Mortes, giustiziere di tutti i “beati”… Il profeta del “Cinema nôvo” imbastisce una complessa metafora sulla dialettica storico-sociale del suo Paese

 

4 novembre

Ore 19:00

Gaijin, caminhos da Liberdade

Regia: Tizuka Yamasaki, Brasile/Giappone, 1980, 105’ , Port. Sott. Portoghese.

Il film –pluripremiato– racconta la saga di un gruppo di immigranti giapponesi in Brasile. “Nel 1908 avevo sedici anni quando ho dovuto lasciare il mio paese…” Il film comincia e finisce su questa frase di Titoe, una contadina giapponese, vittima dell’ emigrazione organizzata dal Giappone verso il Brasile, all’inizio del secolo XX”.

5 novembre

Ore 17:00

Bye, bye Brasil

Regia: Carlos Diegues, Brasile, 1980, 100’ , V.O. Portoguese, Sott. Italiani.

Con José Wilker, Betty Faria, Zaira Zambelli, Jofre Soares, Marcus Vinicius.

Una piccola carovana di artisti attraversa le zone interne del Brasile per offrire alle popolazioni povere spettacoli che facciano dimenticare, almeno per qualche ora, la miseria che quotidianamente li affligge. Durante il viaggio, al gruppo di artisti si unisce una coppia di mendicanti che sta fuggendo dal Nordest del Brasile messo in ginocchio da una tremenda siccità. I due senzatetto sanno che la compagnia si dirige verso l’Amazzonia, una terra ricca di acqua e conosciuta da tutti come l’Eldorado brasiliano. Sarà in quel luogo che i due vivranno incredibili avventure.

 

5 novembre

Ore 19:00

Gaijin, ámame como sou

Regia: Tizuka Yamasaki, Brasile/Giappone, 2005, 131’ , Port. Sott. Portoghese..

Titoe è una ragazza giapponese che arriva in Brasile nel 1908; lei era partita con la promessa: di arricchirsi e ritornare dopo cinque anni.  Ma la dura realtà dà poche speranze. Così Titoe si adatta, e il suo spirito di imprenditrice segna la vita e il destino delle sue discendenti: Shinobu, Maria e Yoko. La prima, al contrario della madre, si aggrappa ai costumi giapponesi e non accetta il matrimonio della figlia Maria con Gabriel, un gaijin (straniero). La coppia sta concludendo un grande affare quando il fisco li lascia in miseria. Shinobu allora decide di rimediare la situazione andando in Giappone. Gabriel la segue senza alternativa. Nel 1995 Gabriel viene dato per disperso dopo un terremoto. La figlia Yoko convince Maria ad andare a cercarlo. Purtroppo le due donne non riescono ad adattarsi alla terra che pensavano fosse la loro, e inoltre i giapponesi le trattano come straniere. Ma resistono, disposte a ricominciare una vita migliore e mantenere la promessa di Titoe.