Nata il 6 aprile 1917 a Chorley, nel Lancashire, Inghilterra del nord, da una famiglia alto borghese, Leonora Carrington inizia la sua professione artistica in giovane età. Dopo aver appreso le prime nozioni di pittura a Firenze, ritorna in Inghilterra e si trasferisce nel 1936 a Londra, dove frequenta prima la Chelsea School of Arts e poi i corsi di pittura tenuti da Amédée Ozenfant nell’omonima Accademia. Un anno dopo conosce Max Ernst: lei ha diciannove anni ed Ernst quarantasei. Insieme partono per la Francia, dove ha così modo di entrare in contatto con i protagonisti del Surrealismo tra i quali André Breton, Yves Tanguy e Jean Arp. Dopo aver vissuto a Parigi in Rue Jacob, a poca distanza dall’abitazione di Pablo Picasso, i due si trasferiscono a Saint-Martin d’Ardèche dove rimangono fino allo scoppio della seconda guerra mondiale.
Durante la guerra Ernst è fatto prigioniero in Francia poiché la sua nazionalità tedesca lo rende nemico straniero e Carrington fugge in Spagna dove in seguito ad un grave esaurimento nervoso viene internata in un manicomio. Le sue esperienze vengono raccontate in Down Below (1944), libro che l’artista scrive su suggerimento di André Breton. La scrittura è un’attività che prosegue ed approfondisce, creando uno stile personale ispirato ai temi ed alle visioni oniriche del Surrealismo. Figura importante nel mondo dei surrealisti in esilio negli Stati Uniti, è ritenuta una sorta di folle musa ispiratrice da più di un pittore. Dopo la guerra si sposa con un diplomatico, Renato Leduc, e con lui si trasferisce prima a New York nel 1941 e l’anno seguente in Messico, dove rimarrà per 40 anni.
Il Messico è il paese ideale per lo sviluppo dello stile di Leonora Carrington, ricco di figure enigmatiche e mitologiche legate al mondo del passato archeologico e soprattutto al mondo dei miti religiosi ed onirici. Nonostante le sue origini europee, Carrington è riconosciuta come una delle più grandi figure del Surrealismo latino-americano. L’artista muore a Città del Messico il 25 maggio 2011.
Fonte: http://www.guggenheim-venice.it