Tantissimi auguri a Alejandro González Iñárritu

Alejandro González Iñárritu nasce il 15 agosto del 1963 a Città del Messico, figlio di Luz Marìa e di Héctor González Gama. Cresciuto in un quartiere borghese non lontano dal centro della capitale messicana, La Colonia Narvarte, durante l’infanzia deve fare i conti con i problemi finanziari della famiglia, che – nonostante papà Héctor sia dirigente di banca – va in bancarotta in seguito a un tracollo economico.

Il padre di Alejandro, in ogni caso, non si perde d’animo e decide di aprire un’attività commerciale: acquista frutta e ortaggi dal mercato Central de Abastos e, in giornata, li rivende ai ristoranti del posto.

Superati i problemi economici, nel corso dell’adolescenza Iñárritu si imbarca su una nave cargo in qualità di mozzo per due volte, la prima a diciassette anni e la seconda a diciannove: così ha l’opportunità di attraversare l’Oceano Atlantico, seppure impegnato a ingrassare i motori e a pulire i pavimenti.

Al termine della seconda traversata, tuttavia, sceglie di non fare ritorno in America e di rimanere in Europa, pur avendo con sé appena mille dollari. Per un certo periodo vive anche in Africa: un’esperienza che si rivela, per lui, molto intensa, sia sul piano emotivo che su quello prettamente fisico.

Il ritorno in Messico e gli anni ’80

Tornato in Messico, si iscrive all’Universidad Iberoamericana per studiare comunicazione. Nel 1984 si cimenta come conduttore radiofonico, lavorando per la stazione radio WFM di cui, un paio di anni più tardi, diventa direttore artistico. Sotto la sua guida la radio diventa una delle più apprezzate tra i ragazzi di Città del Messico; nel frattempo, alla fine degli anni Ottanta, Alejandro si occupa della realizzazione delle colonne sonore di diversi film del suo Paese.

Negli USA, negli anni ’90

Successivamente studia teatro insieme con Ludwik Margules, celebre regista polacco; dopodiché si trasferisce negli Stati Uniti, e prima nel Maine e poi in California studia, sotto la guida di Judith Weston, direzione teatrale. Negli anni Novanta con Raul Olvera fonda la Z Films, casa di produzione con la quale, nelle sue intenzioni, dovrebbe scrivere, dirigere e produrre trasmissioni televisive, spot, cortometraggi e lungometraggi: l’obiettivo viene raggiunto, e nel 1995 la Z Films è la società di produzione del Messico più grande e più importante.

Proprio in quell’anno Iñárritu scrive, dirige e produce “Detràs del dinero”, un mediometraggio destinato alla tv del suo Paese in cui il protagonista è interpretato da Miguel Bosé. Nello stesso periodo

Alejandro incontra e conosce Guillermo Arriaga, sceneggiatore con il quale inizia a collaborare: proprio con lui realizza, nel 2000, il film “Amores perros“, frutto di un lavoro durato tre anni e che ha comportato la stesura di quasi quaranta bozze. Il lungometraggio, che mette in scena la vita messicana in modo crudo con tre storie, viene molto apprezzato dal pubblico e dalla critica, al punto da essere candidato come miglior film di lingua non inglese ai BAFTA; vince, inoltre, il Premio della Critica Giovani alla “Settimana della Critica” e il Gran Premio per il miglior lungometraggio al Festival di Cannes del 2000.

 

 

I film di Alejandro González Iñárritu

In seguito, Iñárritu realizza “Powder Keg”, quinto cortometraggio della serie voluta da Bmw “The Hire” che prevede anche i contributi di John Frankenheimer, Guy Ritchie, Wong Kar-wai e Ang Lee, per poi portare a termine una parte di “11 settembre 2001”, film indipendente che si presenta come un’opera collettiva firmata anche da Sean Penn, da Amos Gitai, da Mira Nair, da Ken Loach, da Shohei Imamura e da Claude Lelouch.

Quindi il regista messicano si dedica a “21 grammi“, il suo secondo lungometraggio, che scrive con Guillermo Arriaga e che viene girato negli Stati Uniti: il film, che vede nel cast Benicio del ToroSean Penn e Naomi Watts, viene presentato al Festival di Venezia (e Sean Penn si aggiudica la Coppa Volpi come migliore attore), ottenendo due nomination agli Oscar (quella di migliore attrice protagonista per la Watts e quella di migliore attore non protagonista per del Toro).

Quindi Inarritu dirige “Babel”, film che racconta quattro storie ambientate in Giappone, negli Usa, in Messico e in Marocco con Cate BlanchettBrad Pitt e gli esordienti Rinko Kikuchi e Adriana Barraza: presentato nel 2006 a Cannes, vince il premio per la miglior regia nella kermesse francese, ma soprattutto viene candidato a ben sette Oscar, ricevendo le candidature – tra l’altro – per la migliore regia e per il miglior film (ma ottenendo solo il premio per la migliore colonna sonora originale, realizzata da Gustavo Santaolalla), oltre ad aggiudicarsi il Golden Globe come miglior film drammatico.

Gli anni 2010

Nel frattempo, le strade di Iñárritu e di Arriaga si separano, complice un’intervista polemica in cui lo sceneggiatore reclama maggiore attenzione. Dopo avere girato in lingua spagnola “Biutiful”, con protagonista Javier Bardem, presentato in anteprima a Cannes nel 2010 (e candidato agli Oscar come miglior film straniero), nel 2012 il regista messicano dirige “Best Job”, lo spot promozionale di Procter & Gamble che viene realizzato dalla multinazionale per i Giochi Olimpici di Londra e che è musicato da Ludovico Einaudi.

Un paio di anni più tardi esce al cinema “Birdman“, film diretto da Iñárritu che si aggiudica ben quattro premi Oscar (su un totale di nove nomination), per la migliore fotografia, per la migliore sceneggiatura originale, per la miglior regia e per il miglior film.

Pochi mesi più tardi Alejandro inizia le riprese di “The Revenant“, nuovo lungometraggio girato in condizioni climatiche proibitive e in contesti ambientali ostici, il cui protagonista è Leonardo DiCaprio: l’opera consente all’artista messicano di vincere nel 2016 un Golden Globe come miglior regista, oltre che il premio per il migliore film drammatico. Alla notte degli Oscar riceve tre statuette: miglior regia, miglior attore protagonista e miglior fotografia.