Antonio Federico Castro Alves nacque il 14 marzo del 1847 a Salvador, precisamente nella fazenda Cabaceiras, a 42 km dalla cittàNossa Senhora da Conceiçao, l’attuale Castro Alves in Bahia. Morì a Bahia, il 6 luglio del 1871.
Le sue poesie hanno come filo conduttore la lotta alla schiavitù, nobile motivo grazie al quale venne conosciuto come il “Poeta degli Schiavi”.
Castro Alves era figlio di Antonio Josè Alves e Clelia Brasilia da Silva Castro. Quest’ultima scomparse nel 1859.
Il poeta frequentò il collegio, furono anni colorati da manifestazioni, come gli oiteiros o saraus, dedicate all’arte, alla musica, alla poesia. Anni che ebbero un’influenza positiva sull’artista: la sua prima poesia risale a questo periodo, quando aveva 17 anni.
Successivamente, il padre si sposò per la seconda volta, il 24 gennaio del 1862, con la vedova Maria Rosario Guimaraes. Il giorno seguente al matrimonio, Castro e suo fratello Antonio Josè, partirono per Recife.
Nel mese di maggio del 1863, superò la prova di ammissione per entrare nella Faculdade de Direito do Recife. A Recife, furono ben apprezzate le sue doti di abile oratore e poeta. Persona molto carismatica ed elegante, con pelle bianca e capelli neri, voce profonda, queste le caratteristiche che fecero di Castro Alves una persona indispensabile per la buona riuscita di manifestazioni pubbliche universitarie e non. Le sue esibizioni erano sempre accompagnate da ovazioni e lunghi applausi.
Nel 1863, l’attrice portoghese Eugenia Camara conobbe il poeta nel Teatro Santa Isabel, l’artista esercitò sempre una grossa influenza sulla vita di quest’ultimo.
Il 17 maggio dello stesso anno, Castro Alves pubblicò nel primo numero di A Primavera il suo primo poema contro la schiavitù: A Cançao do Africano.
Seguirono degli eventi non lieti: prima la tubercolosi, manifestatasi nel 1863 e, successivamente, il suicido di Josè Antonio, suo fratello, in Curralinho.
Nell’ ottobre dello stesso anno, si recò a Bahia. Ritornò a Recife il 18 marzo del 1865, accompagnato da Fagundes Varela. Il 10 agosto dello stesso anno, recitò O Sabio nella Facoltà e si innamorò di una donna sconosciuta, Idalina.
Successivamente, decise di arruolarsi nel Batalhao Academico de Voluntarios in occasione della guerra in Paraguai. Il 16 dicembre del 1865, ritornò con Fagundes Varela a Salvador.
L’anno seguente, il 23 gennaio del 1866, Castro Alves perse il padre. Ritornò a Recife e si iscrisse al secondo anno del corso di laurea in diritto. In questa occasione, fondò con Rui Barbosa e altri amici una società abolizionista.
Nel 1866, divenne l’ amante di Eugenia Camara.
Seguì una fase segnata da un’ intensa produzione letteraria finalizzata alla promozione di due grandi cause: una, sociale e morale, quella dell’abolizione della schiavitù; l’altra, quella della repubblica, aspirazione politica dei liberali estremisti.
Il 1866, segna la nascita del suo dramma Gonzaga ou a Revoluçao de Minas,rappresentato prima in Bahia e successivamente a San Paolo, opera importantissima per esser riuscito Castro a fondere in essa le due tematiche per le quali si batteva. Il 29 maggio dello stesso anno, decise di tornare a Salvador, accompagnato da Eugenia.
Nel mese di gennaio del 1868, sempre accompagnato dalla sua amata, Castro Alves si recò a Rio de Janeiro, ospitato da Josè de Alencar e incontrato da Machado de Assis. Nel mese di marzo, si trasferì a San Paolo dove decise – nella Faculdade de Direito de Sao Paulo – di continuare i propri studi.
Non smise di comporre poemi lirici ed eroici, pubblicati sui giornali o recitati nelle feste letterarie. Aveva solo 21 anni ed una fama tale, da distaccarsi dalla propria generazione letteraria – peraltro di ottima qualità – che vantava nomi come Fagundes Varela, Ruy Barbosa, Joaquim Nabuco,Afonso Pena, Rodrigues Alves, Bias Fortes, Martim Cabral, Salvador de Mendonça e tanti altri.
E’ che lui, nel linguaggio divino che è quello della poesia, pronunciava la magnificenza di versi che fino ad allora nessuno pronunciò, con una voce che mai si ascoltò ( Constancio Alves ). Possedeva un timbro di quelli che fanno pensare al glorioso messaggero di Agamennone, immortalizzado da Omero, Taltibio, somigliante agli dei per la voce…( Rui Barbosa ).
Il 7 settembre del 1868, lesse la sua poesia Tragedia no Mar, conosciuta posteriormente come O Navio Negreiro.
Il 28 agosto del 1868 terminò la propria relazione con Eugenia Camara.
Ma non fu l’unico evento spiacevole: l’11 novembre dello stesso anno, a San Paolo, in occasione di una battuta di caccia, Castro Alves si ferì al piede con una fucilata. Ne conseguì una lunga infermità terminata con un’amputazione per salvare la propria vita. L’intervento avvenne a Rio de Janeiro nel 1869, i chirurgi e gli altri medici dellaFaculdade de Medicina do Rio de Janeiro, Andrade Pertence e Mateus de Andrade, gli amputarono il piede sinistro senza alcuna anestesia.
Il 31 ottobre dello stesso anno, assistette ad una rappresentazione di Eugenia Camara nel Teatro Fenix Dramatica, fu l’ultima volta che vide l’attrice avendo deciso di trasferirsi a Salvador per cercare conforto nella famiglia.
Nel mese di febbraio del 1870, si recò a Curralinho per curare la tubercolosi che intanto si aggravò, soggiornò nella fazenda Santa Isabel, in Itaberaba.
La sua ultima apparizione in pubblico fu il 10 febbraio del 1871 in occasione di una rappresentazione per beneficenza. Morì alle tre e mezza del pomeriggio a Salvador, Bahia, il 6 luglio del 1871.
I suoi scritti postumi comprendevano solo un volume di versi A Cachoeira de Paulo Afonso (1876), Os Escravos (1883) e, più tardi, Hinos do Equador (1921).
E’ patrono della cadeira 7 da Academia Brasileira de Letras.
Opere:
Poesia
- Espumas Flutuantes, 1870
- A Cachoeira de Paulo Afonso, 1876
- Os Escravos, 1883
- Hinos do Equador, em edição de suas Obras Completas (1921)
- Tragédia no Mar
- O Navio Negreiro
- Teatro
- Gonzaga ou a Revolução de Minas, 1875
- Fonte: http://gianzinho-culturabrasil.blogspot.it/2011/11/castro-alves-il-poeta-dalla-illustre.html
Ascolta “Navio negreiro”, recita l’indimenticabile attore brasiliano Paulo Autran