Oggi ricordiamo al maestro JOsé Clemente Orozco, pittore del social-realismo, nacque a Zapotlán el Grande (23 novembre 1883, Ciudad Guzmán, Messico – 7 settembre 1949, Ciudad del Messico, Messico
.(L’altro artista facente parte del gruppo di Diego Rivera e David Siqueiros è José Clemente Orozco (1883-1949), anche lui protagonista di organizzazioni culturali messicane, collaboratore della rivista La Vanguardia. Dagli anni’15 in poi, anche lui a Parigi, in California, a New York, a Vienna e insieme agli altri, grande muralista, convinto assertore di questa arte in cui vede la pittura da cavalletto secondaria, perché è inscindibile il legame tra la pittura messicana e la rivoluzione messicana.
Orozco si distingue per la sua tecnica, il cui tema è sempre drammatico, i colori sempre forti, scuri, energici, il tratto scarno, severo, duro a volte, perfino crudele. I suoi temi sono sempre legati alla causa del popolo, operai e contadini raffigurati in scene di vita e di lotta.
Il combattimento (1920, cm. 66 x 86 ) ne è l’espressione: la tensione, la torsione, la fluidità dei corpi trafitti, dal bianco ghiaccio al nero, il tono freddo, oscuro dei colori ci danno quel senso di realistica scena dei vari e molteplici combattimenti per la liberazione del popolo messicano.
A differenza di un Rivera che si è sempre mostrato più disteso e sereno nei suoi racconti muralisti e di un Siqueiros che crede e dimostra il suo ottimismo storico rivoluzionario, Orozco ha una visione sofferente dei conflitti, del caro prezzo che l’uomo deve pagare per la conquista sociale dei suoi diritti e quindi i suoi sono sempre dei corpi caduti, trafitti, colpiti, piegati, dolorosamente tristi e tragici.
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