Carlos Diegues

CarlosDiegues

Carlos Diegues nasce a Maceió, Alagoas, il 19 Maggio 1940. A 6 anni si trasferisce con la famiglia a Rio de Janeiro, nel quartiere di Botafogo, quartiere dove passerà tutta l’infanzia e l’adolescenza. Studia al Collegio Gesuita di Sant’Ignazio e prosegue gli studi alla PUC (Pontificia Università Cattolica) di Rio, dove segue il corso di Diritto, in un’epoca in cui non esistevano, in Brasile, scuole di cinema. Alla PUC, come presidente del Collegio Studentesco, fonda un cineclub e dà inizio alla sua attività di regista  amatoriale, con David Neves, Arnaldo Jabor, Paulo Perdigão ed altri.

Ancora studente, dirige il giornale “O Metropolitano”, organo ufficiale dell’UME (Unione Metropolitana degli Studenti) ed entra a far parte del CPC (Centro Culturale di Cultura) dell’UNE (Unione Nazionale degli Studenti). Tanto il gruppo della PUC quanto quello de “O Metropolitano” diventano, a partire dagli anni ’50, uno dei nuclei fondatori del Cinema Novo, del quale Diegues è uno dei leader insieme a Glauber Rocha, Leon Hirszan, Paulo Cesar Saraceni, Joaquim Pedro de Andrade e altri.

Prima di questo momento, in collaborazione con David Neves e Affonso Beato, realizza tre cortometraggi, tra cui “Domingo” (Domenica), uno dei film capostipite  del movimento.

Al CPC Diegues dirige il suo primo film da professionista, in 35 mm, “Escola de Samba Alegria de Viver” (Scuola di Samba Allegria di Vivere), episodio del lungometraggio “Cinco Vezes Favela” (Cinque Volte Favela). Gli altri episodi sono diretti da Joaquim Pedro de Andrade, Leon Hirszan, Marcos Farias e Miguel Borges.

I suoi primi tre lungometraggi – “Ganga Zumba”(1964), “A Grande Cidade”(1966 – La Grande Città) e “Os Herdeiros”(1969 – Gli Eredi) – sono film tipici di quel periodo volontaristico e pieno di sogni, ispirati alle utopie sul cinema, sul Brasile e sull’umanità stessa. Polemista inquieto, continua a lavorare come giornalista e a scrivere critiche, saggi e manifesti cinematografici in diverse pubblicazioni sia in Brasile  che all’estero.

Facendo parte della resistenza intellettuale e politica alla dittatura militare, Diegues lascia il Brasile nel 1969, e vive prima in Italia e poi in Francia, insieme alla cantante Nara Leão, all’epoca sua moglie.

Tornato in Brasile Diegues realizza, durante la fase nera della dittatura, altri due film, “Quando o Carnaval Chegar”(1972 – Quando Arriva il Carnevale) e “Joanna Francesa”(1973). Nel 1976 dirige “Xica da Silva”, il suo più grande successo popolare nel paese, un film che giova dell’apertura politica del momento per annunciare, con la sua esuberanza e il suo ottimismo, gli ultimi giorni dell’autoritarismo e il ritorno dell’allegria democratica.

Con la fine della dittatura e la comparsa di nuovi registi in Brasile, il Cinema Novo perde la sua ragion d’essere e la polemica culturale acquista nuovi contorni, nuove idee. Diegues conia allora, durante un’intervista al giornale “O Estado de S. Paulo”, l’espressione “pattuglie ideologiche”, per indicare coloro che perseguivano le nuove idee in nome di vecchie teorie. Il termine diventò un classico e ancora oggi è usato durante le discussioni politiche e culturali. Fedele amico di Glauber Rocha fino alla morte di quest’ultimo, nel 1981, Diegues forma con lui un fronte polemico.

E’ in questo periodo di nuova democratizzazione del paese e rinnovamento del cinema brasiliano che realizza “Chuvas de Verão” (Piogge Estive – 1978) e “Bye Bye Brasil”(1980), due dei suoi maggiori successi.

Conosciuto ormai in tutto il mondo, con film premiati e presentati nelle sale di tutti i continenti, Diegues viene invitato come membro della giuria del Festival di Cannes nel 1981 – onore che, fino a quel momento, era stato concesso solo a un altro brasiliano, il poeta Vinicius de Moraes (dopo questa data, anche Jorge Amado, Sonia Braga e Hector Babenco furono membri della giuria del festival).

Nel 1984 realizza l’epico “Quilombo”, produzione internazionale capeggiata dalla Gaumont francese, un vecchio sogno del suo realizzatore.

In questo periodo, Diegues inizia a discutere le possibilità della Embrafilme, riconoscendo il suo ruolo storico positivo, ma auspicando un immediato cambiamento di modello, che fosse capace di accompagnare l’apertura dell’economia brasiliana e la fine del modello statalista. Ancora una volta, si trova nel mezzo di una polemica che sfocerà nella vera e propria catastrofe che è stato per la cultura e, in particolare, per il cinema brasiliani, il governo di Fernando Collor de Mello.

Prima dell’ascesa di Collor, ma già durante la fase critica dell’economia cinematografica del paese, realizza due film a basso costo, di transizione e crisi, “Um Trem para as Estrelas” (Un Treno verso le Stelle – 1987)  e “Dias Melhores Virão”(Arriveranno Giorni Migliori – 1989). Con l’avvento del nuovo governo, la produzione cinematografica annuale del Brasile crolla, passando dai circa 100 film (alla fine degli anni settanta) ai tre o quattro (nei primi anni novanta).

Cercando di sopravvivere al disastro o, come dice egli stesso, “per non diventare matto”, Diegues realizza, in collaborazione con la TV Cultura, “Veja esta Canção” (Guarda questa Canzone – 1994), prima pietra nelle relazioni tra cinema e televisione in Brasile. Quando la nuova Legge dell’Audiovisivo fu promulgata, è uno dei pochi registi veterani in attività, lavorando con pubblicità, documentari e videoclip.

Tieta do Agreste”(1996), “Orfeu”(1999) e “Deus è Brasileiro” (Dio è Brasiliano – 2002), adattamenti di grandi opere della letteratura e del teatro nazionali, figurano tra i film brasiliani con maggior successo di pubblico in questa fase di “ripresa” della produzione, propiziata dalla Legge dell’Audiovisivo.

Nel 2006 realizza “O Maior Amor do Mundo”(L’Amore più Grande del Mondo), con sceneggiatura originale scritta da Diegues, cosa poco comune nella sua carriera. Il film segna il rincontro con alcuni dei collaboratori più vicini al regista. Nello stesso anno lancia lo spettacolo e il documentario: “Nenhum motivo explica a guerra” (Nessun motivo spiega la guerra) in DVD, che narra la storia del gruppo culturale AfroReggae – il documentario diretto in collaborazione con Rafael Dragaud.

La maggior parte dei 18 film di Diegues sono stati selezionati per i più grandi festival internazionali, come Cannes, Venezia, Berlino, New York e Toronto, e presentati nelle sale di Europa, Stati Uniti, e America Latina – il che fa di lui uno dei registi brasiliani più famosi nel mondo.

Argomento di studi e tesi pubblicate in Brasile e all’estero, i suoi film e la sua carriera figurano in tutte le principali enciclopedie di cinema. La Francia gli ha concesso il titolo di Commendatore dell’Ordine delle Arti e delle Lettere (l’Ordre das Arte set das Letras), del quale oggi è Ufficiale (Officier). È inoltre membro della Cinemateca Francese.

Nel Luglio del 2003, Carlos Diegues viene nominato membro del Consiglio Superiore dell’Integrazione Sociale dell’Università Estacio de Sa. Il governo brasiliano gli ha concesso inoltre il titolo di Commendatore dell’Ordine del Merito Culturale e la Medaglia dell’Ordine di Rio Branco, la più prestigiosa del paese. La Camera dei Consiglieri di Rio de Janeiro gli ha concesso anche la Medaglia Pedro Ernesto.

Padre di quattro figli (i primi due avuti dal matrimonio con Nara Leão), Diegues è sposato, dal 1981, con la produttrice cinematografica Renata Almeida Magalhães.

Traduzione: Roberta Lombardi

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Il Maestro Diegues durante l’Omaggio a lui dedicato presso la Casa del Cinema.

Mais info: http://carlosdiegues.com.br/