Fernanda Montenegro

Il desiderio di capire  chi fosse e la ricerca dell’essere  sono state sfide costanti nella vita di Fernanada Montenegro. Forse a causa del profondo silenzio che abitualmente questa ricerca  trova come risposta, Fernanda si è trasformata tante e tante volte nel corso della sua vita. Probabilmente è proprio questa ricerca che l’ ha portata a scegliere la carriera d’attrice.

Discendente di portoghesi e italiani (Bonacardo – Oristano), Arlette Pinheiro Esteves da Silva, dopo il matrimonio con l’attore Fernando Torres, nel 1953, passò a firmarsi come Arlette Pinheiro Monteiro Torres. Ma è come Fernanda Montenegro che diventò famosa in tutto il Brasile, e ora in tutto il mondo grazie al successo di “Central do Brasil”. Il nome Fernanda era stato  scelto già durante l’adolescenza perché aveva, secondo lei, un suono che riportava ai personaggi dei romanzi di Balzac o Proust. Montenegro viene dal nome di un medico omeopata che non conobbe mai ma che era un  amico di famiglia  considerato  realizzatore di veri “miracoli”.

Il “nome magico” Fernanda Montenegro comparve per la prima volta quando lavorava in radio, con traduzioni e adattamenti di pezzi letterari per le radionovelle. Non era ancora ventenne e, per sbancare il lunario, dava anche lezioni di portoghese per stranieri alla Berlitz, la stessa scuola di lingue in cui studiava inglese e francese. Sulla base dell’ispirazione e, in particolare, della traspirazione, Fernanda si distaccò come una delle  attrici principali della scena e oggi può essere considerata come un’artista che si è fatta da sola, una vera e propria self made woman. A partire dagli anni ’50, insieme ai colleghi di Rio de Janeiro e di San Paolo, come Sergio Britto e Italo Rossi, oltre a suo marito, conferì maggiore dignità al teatro brasiliano.

La carriera artistica di Fernanda  Motenegro si divide tra il teatro, la televisione e, negli ultimi anni con maggiore intensità, il cinema. Il debutto in teatro avvenne, in realtà, nel 1950, con la pièce “Alegras Cançỡes nas montanhas” (Allegre Canzoni nelle Montagne), accanto a Fernando Torres. La relazione con l’attore culminò in un matrimonio che dura ancora oggi. Dall’unione nacquero l’anche lei attrice Fernanda Torres e lo scenografo, programmatore visivo e oggi anche regista Clàudio Torres.  Ed è sempre negli anni ’50 che Fernanda ebbe il suo primo contatto con il piccolo schermo, con la partecipazione in polizieschi per la televisione.

Fernanda utilizzò questo tempo per perfezionare le sue conoscenze relative al teatro e, a partire dal 1952, si affermò sui palchi, pur non appartenendo a una scuola drammatica definita. In poco tempo diventò una figura riconosciuta a livello nazionale.  Lavorò a varie pièce accanto al marito e ad attori come Sergio Britto, Cacilda Becker, Nathalia Timberg, Clàudio Correa e Italo Rossi.

Nei primi anni ’60, ormai trasferitasi a San Paolo, recitò in televisione nella messa in scena di oltre 170 pièce nel programma “Grande Teatro Tupi”. Dal 1963, iniziò la sua partecipazione nelle telenovelas. Ma è solo a partire dal 1963 che la sua presenza nel piccolo schermo si fece più marcante.  Fernanda diventò il nome preferito dagli autori – e dal pubblico -dopo aver lavorato a varie produzioni della Rete Globo, tra cui telenovelas e miniserie.

Fernanda Montenegro debuttò nel cinema nel 1964, recitando nell’adattamento cinematografico dell’ opera di Nelson Rodrigues  “A Falecida” (La Defunta), realizzato dal regista Leon Hirszman . Ma furono poche le sue partecipazioni cinematografiche in confronto ai suoi lavori in teatro e in televisione. La partecipazione più nota, prima di “Central do Brasil”  fu in “Eles não usam Black Tie” (Loro non usano il Black Tie) (1980) dello stesso Hirszman. Fernanda recitò accanto a Gianfrancesco Guarnirei e la produzione vinse il Leone d’Oro come miglior film al Festival del Cinema di Venezia.

In realtà il teatro non smise mai di essere la sua priorità. Nel 1982 vinse, ad esempio, i premi Molière speciale e come migliore attrice per la sua interpretazione in “As Lagrimas Amargas de Petra von Kant” (Le lacrime Amare di Petra Von Kant). Sono innumerevoli i premi vinti da Fernanda Montenegro nel corso della sua carriera teatrale.

Indicata dai colleghi di palco come un’attrice in grado di unire come nessun altro tecnica e istinto, Fernanda conferma la teoria di Vittorio Gassman secondo la quale gli attori vivono una sorta di schizofrenia canalizzata, una forma di demenza creativa dalla quale molti non fanno ritorno,come nel caso di Antonin Artaud.

Per la sua grande espressività, è stata definita da un critico come un’attrice dotata di una “faccia di gomma”, tanta è la sua capacità di cambiare  espressione e di adattarsi alle caratteristiche del personaggio, sempre in modo convincente. Alcuni sostengono che questa virtù sia stata ereditata da sua figlia, l’attrice Fernanda Torres,  premiata con la Palma d’Oro come migliore attrice al Festival di Cannes, nel 1986, per la sua interpretazione nel film “Eu sei que vou te amr” (So che ti amerò).

Nonostante la sua estrema versatilità, Fernanda Montenegro si considera un’attrice tradizionale. “Appartengo a una generazione non romantica, senza manie da primadonna. Non mi piacciono gli interpreti che lavorano solo quando il centro del palco è il loro.  Odio anche i cast servili. Mi piace lavorare con attori potenti, che partecipano al rituale, liberi dalla competizione distruttiva”.

Questa grandiosità, che si trova solo in personalità che riconoscono l’umiltà, le è valsa l’invito a partecipare alla vita politica del paese.  Nel 1985 fu invitata dall’allora Presidente della Repubblica, José Sarney, a diventare ministro della cultura. Ricevette l’appoggio unanime della classe artistica e dell’opinione pubblica ma rifiutò, perché sapeva che quella non era la sua reale vocazione.

Ma il rapporto con il potere non fu sempre così affabile. Nel 1979, durante la dittatura militare brasiliana, Fernanda e suo marito furono vittime di un attentato da parte di uno dei vari gruppi paramilitari che agivano con il consenso del sistema vigente. Ne uscì illesa, ma fu costretta a  cancellare alcuni spettacoli e per un certo tempo dovette recitare con le luci del teatro accese nonché scortata da guardie del corpo. Ma gli anni di piombo passarono e il talento di Fernanda Montenegro poté essere decantato liberamente dalla voce del cantante Milton Nascimento che le dedicò la canzone “Mulher de Vida”.

Donna di palchi, studi televisivi e, oggi più che mai, cinematografici, Fernanda Montenegro sta ricevendo il meritato riconoscimento sulla scena internazionale per la sua interpretazione in “Central do Brasil”, film del regista Walter Salles. E, a quanto pare, il “virus” del cinema sembra averla conquistata. L’attrice compare in “Traição” (Tradimento), film diviso in tre episodi che ha come tema centrale l’adulterio.  Fernanda ha una partecipazione speciale in tutti e tre gli episodi, in uno dei quali è diretta dal figlio Claudio Torres.

Recentemente ha interpretato il ruolo della madre di Javier Bardem in “L’amore ai tempi del colera”, film di Mike Newell.

Traduzione: Roberta Lombardi